
In sostanza
- Limpido
- Pepato
- Compound Gin
- 40 gradi
- Bottiglie 70 cl
Sono uno spirito limpido e vivace, le mie botaniche - dominate dal ginepro - sono genziana, ireos, arancia e pepe rosa, che dona calore sul finale.
La Star del Gin, cui il distillato deve il proprio nome, è una bacca tutta curve, soda e saporita,
circondata sull’arbusto da foglie aghiformi che tengono alla larga i molestatori. Il suo nome di battesimo è Juniperus L., ve ne sono diverse varietà tra cui il “ginepro coccolone”.
Il piccolo arbusto di ginepro ha da secoli trovato la sua collocazione, almeno per noi esseri umani, sulla strada della goduria.
Con il suo sapore intenso e resinoso si presta a una marea di abbinamenti in cucina ma non disdegna una tradizione curativa. Sembra già tanto lavoro, ma potevamo noi resistere alla
tentazione di ficcarlo nell’alcol e vedere cosa succede? Certo che no.
Ringraziamo dunque questo
alberello cui dobbiamo tanto e cui nel Vagin abbiamo voluto dare un ruolo da
assoluto protagonista. Questa ricetta, il classico dei classici, ve lo
dimostrerà nei fatti.


Il pepe rosa è, prima di tutto, un bugiardo. Non è un vero pepe, anzi botanicamente è più vicino al mango, tanto per dire.
A essere pignoli, non è neppure proprio rosa.
All’anagrafe è stato chiamato Schinus
molle, il che almeno ci fa capire perché abbia preferito cambiare nome. Del pepe ha il calore e l’aroma speziato, ma si tratta in realtà del frutto di un alberello sempreverde, originario del Brasile ma ben adattato anche nel
Mediterraneo. Nelle tradizioni magiche è
associato alla sensualità e avrebbe il potere di
riaccendere la passione.
Abbiamo pensato a lui per il
Vagin proprio per dare quel tocco speziato e caldo sul finale. Volete assaggiare una ricetta che ne fa esaltare
il lato caliente?
Fatevi preparare subito una Freña Colada!
Questa pianta nasconde una doppia anima.
Da fuori appare tranquilla, bella e delicata, eppure se si va a scavare sottoterra nasconde
delle radici che - essiccate a dovere - hanno un sapore amarissimo.
È un amaro struggente, di cui i distillatori, una volta scoperto, non hanno più potuto fare a meno. È presente in tantissimi liquori, amari,
aperitivi e vermut, oltre che nel Vagin, naturalmente.
Secondo la diceria popolare, questo fiore è in grado di proteggere dall’ubriachezza. Ma forse questa è solo un bella scusa per bere di più.


L’arancia è il più arancione degli agrumi, da qui il suo nome: arancia.
L’origine della pianta è cinese, ma ha saputo conquistare il mondo, forse perché utile per tutte le conoscenze in carcere.
Seriamente per un momento, la sua etimologia risale al sanscrito “nagaranja”, ossia “frutto gradito dagli elefanti”. È gradito anche
ai produttori di Gin, che spesso lo utilizzano per accompagnare o sostituire il limone. In particolare se ne usa la scorza, ricca di aromi essenziali e dal profumo intenso e fresco.
Anche le barlady e i barman
utilizzano in una grande quantità di cocktail questa guarnizione, in vari modi,
dai più soft ai più pirotecnici.
Se all’aperitivo vi preoccupate del corretto apporto di vitamina C, questa ricetta vi tranquillizzerà all’istante.
Nell’immagine vedete il fiore dell’iris, non il suo rizoma, ovvero l’ireos. Essendo una radice, non è proprio bella come i fiori che nutre,
ma è buona.
In Italia è noto anche con il nome di giaggiolo, un nome attribuito palesemente per prenderlo in giro. Tuttavia, il giaggiolo non se
la prende grazie al suo carattere pacifico e umile.
La sua duttilità lo porta anche ad accettare di entrare nella ricetta di Vagin senza apporre quasi nulla del suo profumo, bensì a fare
da legante fra gli altri ingredienti, insomma, li mette d’accordo come un bravo
rappresentante di condominio del Gin.
